La professione del parrucchiere espone ai rischi più elevati per le malattie occupazionali della pelle. In alcuni paesi, il 70% dei parrucchieri, dopo un certo numero di anni di carriera, sviluppa problemi alla cute. Ad esempio, i casi di dermatite in questa categoria professionale sono 10 volte superiori rispetto alla media dei lavoratori in tutti i settori. Il 40% degli acconciatori, invece, segnala di soffrire di disturbi muscolo-scheletrici, con una percentuale 5 volte più alta del tasso medio dei lavoratori in tutti gli altri settori.
Il sindacato UNI Europa & Beauty e l’organizzazione dei datori di lavoro parrucchieri, Coiffeur EU, sono giunti a un nuovo accordo al fine di ottenere luoghi di lavoro più sicuri che tutelino la salute dei dipendenti. Il nuovo accordo, risultato di un’iniziativa autonoma, si basa sulla diffusione di buone pratiche, riscontrate a livello nazionale ed esistenti fra gli Stati membri, valide per ridurre i rischi professionali. Le misure contenute nel documento riguardano prevalentemente: la necessità di un corretto uso di materiali, prodotti e mezzi per difendere la pelle e le vie respiratorie e l’esigenza di disporre di uno spazio abbastanza ampio e ventilato nei locali dove vengono mescolate sostanze chimiche.
I costi stimati per attuare tali misure di prevenzione sono decisamente bassi: variano da meno di 50 centesimi a cliente, a poco più dell’1% del fatturato annuo di un salone medio. Questo regolamento rappresenta una misura appropriata per le piccole imprese, generalmente i saloni di parrucchieri con una media di tre dipendenti.
I benefici sono senza dubbio a carico dei lavoratori ma anche dei datori di lavoro, che possono ottenere la diminuzione dell’assenteismo e dei casi di malattia, la riduzione del turnover e un risparmio sui costi per il trattamento delle malattie professionali.
I promotori della proposta, inviteranno la Commissione Europea a predisporre un’apposita legge che renda vincolante l’accordo. La commissione redigerà una proposta di legge qualora le clausole contenute nel documento siano considerate conformi alla normativa europea esistente.