Castellammare: incidente sul lavoro, muore uno dei 2 operai folgorati


Alla fine si è arreso. Dopo tre giorni di agonia con ustioni su oltre il 90 per cento del proprio corpo il suo cuore ha smesso di battere. Avrebbe dovuto essere operato nel primo pomeriggio di ieri, ma all’alba di giovedì è deceduto nel suo letto al reparto grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Vincenzo Vuolo non ce l’ha fatta, l’operaio di 32 anni del Cicerone è morto in seguito alle gravissime ustioni per folgorazione riportate nel corso del tragico incidente sul lavoro avvenuto lunedì 16 febbraio nell’area deposito Carpenfer in via Schito dove lavorava come carpentiere.

Per giorni i medici napoletani avevano combattuto per cercare di strapparlo alla morte nonostante fosse in condizioni disperate, ma le ferite procurategli da quella scarica da 50mila volts sono state più forti. Una storia drammatica finita in tragedia come tutte quelle che coinvolgono operai vittime di incidenti sul lavoro. Giovani, padri di famiglia, mariti che escono di casa per andare a lavoro e non vi fanno mai più ritorno come è accaduto a Vuolo. Quel tragico lunedì pomeriggio, il 32enne, stava lavorando all’interno del deposito di proprietà di alcuni familiari (particolare quest’ultimo attualmente al vaglio degli inquirenti) insieme ad un collega, Giuseppe De Martino di 43 anni. Stavano spostando un grosso motore, probabilmente per caricarlo su un camion e per farlo stavano utilizzando una gru alla cui guida si trovava il più anziano dei due, esperto gruista. Tutto è accaduto in pochi secondi. Neanche il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo che Vuolo si era già trasformato in una torcia umana.

Il braccio meccanico della gru, infatti, aveva urtato i cavi dell’alta tensione sovrastanti scaricando al suolo una scossa della potenza di 50mila volts che investì in pieno lo sfortunato operaio senza lasciargli scampo. Una scena terribile che sarà difficile da dimenticare per De Martino anche lui rimasto gravemente ferito in seguito alla scossa. A nulla è servito il suo tentativo di spegnere le fiamme che avvolgevano il compagno. Quando sul posto è giunto il personale del 118 le condizioni di Vuolo era drammatiche e solo un miracolo aveva fatto si che non fosse morto sul colpo. Purtroppo, però, ieri notte per lui non c’è stato nulla da fare, anche l’ultimo barlume di speranza che c’era di mantenerlo in vita grazie all’intervento chiururgico programmato nel pomeriggio è svanita.
Nelle prossime ore il pubblico ministero titolare dell’inchiesta avviata dalla Procura di Torre Annunziata, Marta Correggia, disporrà l’autopsia sul corpo del giovane operaio prima di liberare la salma e restituirla ai familiari per la celebrazione dei funerali. Un atto dovuto che servirà a chiarire ulteriormente le cause della morte e fornire particolari utili per la ricostruzione della dinamica.
Restano stazionarie, invece, le condizioni dell’altro operaio rimasto ferito. De Martino aveva riportato gravi ustioni sulle braccia e sulle gambe, ma, non sarebbe in pericolo di vita nonostante rimanga sotto osservazione.

“Siamo molto rattristati dalla notizia della morte del giovane operaio – dichiara l’assessore al Lavoro del Comune di Castellammare, Mariella Parmendola – l’amministrazione esprime il suo più sentito cordoglio alla famiglia Vuolo per la terribile tragedia che li ha travolti e che ha travolto l’intera città. Gli siamo vicini in questo momento di dolore e cercheremo di esserlo anche con atti concreti. Episodi drammatici come questo – conclude l’assessore Parmendola – impongono una ancora maggiore forza nell’attivare tutte le procedure possibili per assicurare in ogni cantiere, pubblico e privato, l’osservanza delle misure di sicurezza, sia attraverso controlli costanti da parte degli enti preposti, sia attraverso la diffusione di una cultura della sicurezza che coinvolga tutte le maestranze. Servono più controlli e più fermezza perchè non si può accettare di rischiare la vita per poter lavorare”.

Fonte: Metropolis Web

 


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