Un focus sul numero di Marzo della rivista Dati Inail, inerente alla sicurezza sul lavoro, è stato dedicato alle stime del fenomeno infortunistico che riguarda gli stranieri che lavorano regolari in Italia.
Dalla statistica è risultato che nel 2008 sono stati circa 143 mila gli incidenti sul lavoro che hanno coinvolto manodopera straniera, dei quali 189 mortali, con un’incidenza pari al + 2% del totale rispetto all’anno precedente.
Le maggiori denunce di incidenti mortali, pari al 57% del totale, sono avvenute al Nord, in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, le regioni a maggior incidenza produttiva, in cui prevalgono le piccole e medie imprese che operano nel settore industriale e terziario, nelle quali non a caso è alto il numero degli stranieri occupati, soprattutto se raffrontato alle cifre che riguardano le aziende del sud Italia.
Infatti il numero di infortuni denunciati al sud raggiunge il 5% del totale, contro il 30% delle denunce del nord.
La zona più colpita è la provincia di Pordenone, in cui 1 su 3 degli incidenti occorsi sui luoghi di lavoro ha coinvolto lavoratori stranieri, seguita da Treviso e Piacenza.
Rispetto alle comunità di provenienza, i rumeni hanno il primato per i casi di infortuni mortali, pari al 25% del totale, e per gli infortuni occorsi alle donne.
Le principali comunità immigrate presenti in Italia sono i rumeni, marocchini e albanesi, che nel complesso coprono il 41% dei casi di infortuni lavorativi agli immigrati.
Nonostante quindi il fenomeno infortunistico in Italia coinvolga un operaio ogni tre di origine straniera, il dato positivo, in controtendenza rispetto agli infortuni, riguarda il fatto che dal 2005 ad oggi si è assistito ad un incremento del 34% dei lavoratori assicurati all’Inail.
