Processo Thyssen, il comitato tecnico regionale sulla sicurezza non fece i dovuti sopralluoghi


La fabbrica Thyssen di Torino, dove nel 2007 morirono a causa di un rogo ben 7 operai, era classificata come  A.R.I.R – Attività a Rischio di Incidente Rilevante – secondo quanto previsto dal decreto legislativo 334/1999 e dalla successiva modifica approvata nel 2004. E fu proprio in base alle modifiche introdotte ben 3 anni prima del tragico incidente che per le fabbriche catalogate a rischio, come appunto la Thyssen, erano stati introdotti nuovi obblighi relativi alla sicurezza.

L’anno successivo, nel 2005, si costituì all’interno della fabbrica il comitato tecnico regionale sulla sicurezza, di cui era presidente Michele Ferrero, che è stato ascoltato recentemente nel corso del processo. Dalla testimonianza di Ferrero emerge che quest’organo, che doveva occuparsi di una tematica importante come la sicurezza, per di più all’interno di una attività a rischio, per ben due anni dalla sua costituzione non avrebbe fatto il sopralluogo che pure sarebbe stato necessario. La relazione contente le indicazioni a cui l’azienda avrebbe dovuto attenersi fu infatti fatta solamente nell’estate del 2007, quando ormai la decisione della chiusura dello stabilimento era stata presa.

Nella relazione, comunque, si indicava come termine ultimo per apportare alcune modifiche necessarie per la sicurezza il 31 dicembre 2007. E proprio secondo Ferrero in quel documento ci sarebbero state indicazioni specifiche proprio per quanto riguarda la prevenzione degli incendi.

Indicazioni che evidentemente andarono a vuoto visto il rogo che si sviluppò la notte del 6 dicembre, poco prima che scadessero i termini previsti per la messa a norma. Sempre nello stesso documento si affermava che in caso di incendi dovuti alla combustione di olii e carta presenti nella linea di lavorazioni gli unici deputati a fermare le fiamme avrebbero dovuto essere i vigili del fuoco e, per la pericolosità della situazione, non certo i lavoratori. Ma si sa, quella notte le cose andarono diversamente e le disposizioni per la sicurezza, arrivate con ampio ritardo, andarono del tutto disattese causando la morte di sette persone.

 


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