Protocollo tra Ipsema e Enac per garantire i lavoratori di mare e di volo


sicurezza aerei-naviChe lavorino in mare, nelle navi attraccate ai porti o in aria i lavoratori devono essere protetti ed essere sicuri che, in caso di incidente, soprattutto se mortale, l’erogazione dei benefici previsti dalla legge per i familiari arrivi in maniera tempestiva. Per questo Ipsema, l’istituto di previdenza dei marittimi, e l’Enac, quello del personale di volo, hanno siglato lo scorso 10 marzo un protocollo d’intesa che li impegna a garantire proprio questo diritto.

Secondo i due istituti infatti vi sarebbero ancora delle difficoltà nella tutela di questo diritto e soprattutto gli operatori di volo sarebbero titolari di una tutela ridotta rispetto agli altri. Tant’è che la finanziaria del 2007 aveva istituito un apposito fondo che garantiva ulteriori benefici una tantum alle famiglie che avessero perso un proprio componente sul lavoro navale o aereo. Una erogazione aggiuntiva, naturalmente, che non andava ad incidere su quella già prevista dalla legge ma che, come più volte detto dai due istituti, spesso veniva erogata con ritardo.

Ora, con questa convenzione, Enac e Ipsema intendono cercare insieme di aumentare le tutele non solo in caso di incidenti mortali ma anche di infortuni e malattie professionali. Quello che i due enti intendono raggiungere è dunque l’attivazione di un automatismo delle prestazioni, che tagli i tempi di erogazione, e anche la messa in campo di un piano di attività per la prevenzione, che spesso manca laddove i lavoratori siano impiegati presso privati.

Basti pensare ad esempio a tutti quei lavoratori del mare che si trovano ad avere a che fare con le ormai note ‘carrette del mare’, che non sono, come si può credere, quelle su cui arrivano i migranti, ma imbarcazioni battenti bandiera straniera  e provenienti da paesi ben lontani dai nostri standard qualitativi in termini di sicurezza sul lavoro. Non è un caso che nei primi giorni di marzo la capitaneria di porto di La Spezia abbia dovuto bloccare una nave proveniente da San Kitts and Nevis, nelle Antille, priva di apparecchiature di sicurezza indispensabili per la navigazione secondo le vigenti normative europee e che avrebbe messo potenzialmente a rischio tutti i lavoratori dei porti di destinazione.

 


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