Marocchini in prima fila e poi albanesi e rumeni: sono queste le nazionalità dei lavoratori stranieri che più spesso vanno incontro ad infortuni, in molti casi anche mortali. È proprio tra i lavoratori di queste nazionalità che si registrano il 42% degli incidenti e il 46% dei morti di nazionalità straniera nel nostro paese. I dati sono quelli forniti dall’Inail che evidenzia come tra gli stranieri il numero di denuncie per infortunio sia in crescita, sia in termini di numeri assoluti che in percentuale (+15% in tre anni).
E se a livello nazionale il 16,4% degli incidenti riguarda un immigrato (è il dato medio ma tra i soli uomini il dato sale al 18%), in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna le percentuali sono nettamente superiori, tanto che queste tre regioni insieme fanno complessivamente registrare il 57% degli infortuni ma non solo; nelle stesse regioni c’è anche il primato degli incidenti mortali che coinvolgono gli stranieri
Se da una parte è del tutto plausibile che vi sia tra gli stranieri una mortalità e una frequenza degli incidenti superiore che tra gli italiani, dato dovuto sia alla tipologia di lavori che svolgono (generalmente più a rischio) sia probabilmente a una minore preparazione culturale in termini di sicurezza sul lavoro, il dato dell’aumento di incidenti e morti andrebbe ponderato con un altro: quello della crescita elevata e veloce dei lavoratori stranieri impiegati regolarmente in Italia.
Se la loro presenza nel nostro paese cresce, è normale che crescano anche i numeri, e dunque le percentuali registrate dell’Inail che per sua natura tiene conto solamente degli infortuni denunciati dai propri iscritti, e dunque solamente da impiegati regolari.