Petizione al parlamento europeo contro alcune norme del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro.


petizione sicurezza lavoroLa petizione relativa alla difformità di alcuni articoli del Dlgs 106/09 rispetto alle Direttive EU e alle leggi italiane presentata alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo dal fiorentino Marco Buzzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, è sta accetta. Verrà dunque chiesto alla Commissione Europea di fare un’indagine preliminare sui vari aspetti del problema. La Commissione chiederà alle autorità italiane informazioni sul recepimento della Direttiva Europea 89/391/CEE relativa all’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e salute dei lavoratori.

Buzzoni denuncia ad esempio la contraddizione della norma detta ‘salva manager’ che avrebbe l’effetto di deresponsabilizzare i datori di lavoro e i dirigenti rispetto agli obblighi di sicurezza definiti dal Dlgs 81/08. Tutti gli obblighi di legge potranno infatti essere delegati ai responsabili della sicurezza, eccetto la stesura del Documento della Valutazione del Rischio e la nomina del Responsabile per la sicurezza (RSPP).
Inoltre, sempre secondo il Dlgs 106/09 per i contratti di appalto o opera non ci sarebbe per il committente  l’obbligo di elaborare il Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze (DUVRI), il che farebbe venir meno la salvaguardia di alcune categorie di lavoratori. Ci sarebbe inoltre un problema relativo al Documento di Valutazione del rischio da stress correlato.

Il Dlgs 106/09 ha infatti prorogato i termini al 1 Agosto 2010 ma tale proroga appare ingiustificata visto che esistono da tempo indicazioni valide su come fare la valutazione. Infine vi è un problema relativo alla sorveglianza sanitaria poiché il Dlgs 106/09 concede al datore, tramite il medico competente, un controllo delle condizioni di salute di persone che non hanno ancora nessun rapporto di subordinazione con l’azienda tramite le visite preassuntive che secondo Buzzoni sarebbero una forma di discriminazione e selezione basate sulle condizioni di salute.

Tra le altre contraddizioni messe in luce dal responsabile della sicurezza anche la riduzione generalizzata delle sanzioni a carico dei datori di lavoro, le limitazioni poste alla pubblica conoscenza del DVR che dovrebbe essere consultato solo in azienda, ponendo così ostacoli alle rappresentanze sindacali.

 


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