La figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) è stata introdotta in Italia con il Decreto Legislativo 81/2008, che ha riformato il Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro. Il suo compito principale è quello di rappresentare i lavoratori in materia di sicurezza sul posto di lavoro. Ma cosa prevede esattamente la formazione del RLS? Innanzitutto, ogni azienda deve nominare almeno un RLS per ogni reparto o unità produttiva, scelto tra i lavoratori più rappresentativi e meglio preparati sotto il profilo della sicurezza. La sua nomina deve essere comunicata all’Inail e alle autorità competenti. Il RLS deve seguire un corso di formazione obbligatorio della durata minima di 32 ore, organizzato dall’azienda o da enti accreditati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tale corso si articola in due moduli: uno generale sulla normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; l’altro specifico sulla valutazione dei rischi, le misure preventive e protettive da adottare. Una volta completato il corso, il RLS diventa operativo nel proprio ruolo. In caso di emergenza o situazioni a rischio, egli può richiedere l’intervento degli organismi competenti (quali Vigili del Fuoco o Carabinieri), sospendere le attività se ritiene che ci sia un grave pericolo per la salute dei lavoratori, e segnalare alle autorità competenti eventuali situazioni di rischio non eliminate dall’azienda. In sintesi, la formazione del RLS è un passaggio fondamentale per garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Grazie alla sua preparazione specifica, egli può contribuire attivamente a prevenire i rischi e a tutelare la salute dei lavoratori.